2011-lastampa - Club dei NatiScalzi

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     Costume

12/05/2011 - TENDENZE
Via le scarpe, avanza la tribù dei piedi scalzi
La filosofia: sensazioni inedite che fanno conoscere meglio la realtà
Sui prati ma anche in città, i "barefooters" sono sempre di più



ROSELINA SALEMI
MILANO

A piedi nudi nel parco (e sul palco, in caso di «celebs»). O in passerella, nelle sfilate ecosostenibili. Se incontrate gente che cammina scalza, o con un finto sandalo senza suola, per non dare nell’occhio, non è impazzita, è all’ultima moda.
L’idea è antica, pochi ricordano l’illustre precedente di Sandie Show, pop singer degli Anni 60, finita a disegnare scarpe (Sandie Show Shoes), ma la tendenza è nuova. Gwen Stefani, che vediamo spesso infilata su arditi tacchi 12, esce da casa per comprare il giornale o per fare la spesa a piedi nudi. Come Naomi Watts, delicata bionda che ha fatto innamorare King Kong, o l’ex modella Elle Mcpherson. Tra le cantanti, il «barefooting» è popolare: basta guardare Shakira, mai in scena con un paio di sandali. Lily Allen, se può, evita le scarpe in ogni caso. E’ stata paparazzata in abito bianco tipo sposa, sigaretta in bocca e neanche le ciabattine. Amy Winehouse gira per Londra a piede libero e va bene così: non rischia di inciampare.
Anche da noi ci provano. L’ultima è stata la vincitrice dell’«Isola dei Famosi 2011», Giorgia Palmas, e i blogger magnificano la bellezza dei suoi piedi. Ma come dimenticare il waka-waka televisivo di Antonella Clerici e le performance di Nina Moric e Claudia Mori?
Non si tratta, come in altri casi, di stranezze da celebs. Gli «scalzati» in Italia esistono da un pezzo. Il precursore è stato Franco Agrippa, nel ’98. Dal ’99 un piccolo, compatto gruppo è raccolto nel club www.nati-scalzi.org: 204 registrati, community dei barefooters o, meglio, gimnopodisti. Sul forum esperienze, consigli, info (guidare senza scarpe non è vietato) e l’ammissione di qualche fallimento («non ce l’ho fatta!»), esperienze estreme (la neve). Poi ci sono i simpatizzanti e gli occasionali, ma il barefooting è anche una filosofia. «Andare scalzi è una sensazione che non ha confronti: i piedi nudi permettono di conoscere il mondo in una maniera più diretta. Sulla roccia possono trasmettere una sensazione di calore. Sull’erba provocano sollievo in maniera più naturale», spiega il sito Nati Scalzi, e il dolore si trasforma, «nella sensazione-desiderio di provare terreni sempre nuovi». Insomma, ci si fa il callo (non metaforicamente).
Che lo scalzismo offra un sottile piacere è dimostrato dal moltiplicarsi degli appuntamenti.
I principali parchi per barefooting si trovano, al momento, in Germania. A Dornstetten, nel Nord nella Foresta Nera, si cammina su erba, tronchi di legno, aghi di pino, muschio e pigne. A Bad Wünnenberg, in Vestfalia, dopo un giro intorno al lago e il ponte tibetano, ci si immerge coi piedi nel fango. A Bad Sobernheim, si passa dal prato ai sassi, attraversando il fiume Nahe con la fune. Possibilità di idroterapia e feet-wash lungo il percorso. L’Italia accoglierà i gimnopodisti a Morgex, in Valle d’Aosta, con un percorso sensoriale di 600 metri con pietra, legno, erba, muschio, fango, sabbia e acqua, a cui si aggiungeranno materiali stagionali, come petali di fiori di epilobio, aghi di larice, pigne. Controindicazioni? L’ortopedico Andrea Bianchi non pensa ce ne siano, anzi, «liberarsi da certi tipi di costrizione aiuta l’uomo a trovare se stesso. Togliersi le scarpe e correre sull’erba, o su un sentiero, permette di entrare in contatto con la madre terra e di attingere energia che consentirà di riattivare la circolazione e il flusso delle forze vitali». Voglia di provare? I Nati Scalzi vi aspettano a braccia aperte. E a piedi nudi.

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