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I Vostri piedi conoscono la verità

Articolo di Alfio Caronti, Chiropratico laureato alla Palmer University, USA, consulente CONI e FISI.
Pubblicato dalla Gazzetta dello Sportivo


Per essere in salute e potere dare buone prestazioni fisiche e sportive, il nostro corpo deve trovarsi in una situazione di perfetto equilibrio. Adesso c'é un nuovo modo per scoprirlo.
Gli spostamenti che compiamo partendo dalla stazione eretta, prendono avvio dai piedi. Camminare, correre, saltare,calciare, giocare a tennis, tirare con l'arco, sciare, fare judo........, tutti i movimenti cominciano dai piedi. Nei pesci e nei serpenti, invece il movimento comincia nel collo. Il nostro corpo non e' immobile, ma oscilla in permanenza secondo ritmi particolari e complessi per conservarci in equilibrio. I meccanismi che regolano l'attività posturale sono indipendenti dalla nostra volontà e si avvalgono di sistemi sensomotori a vari livelli, che mantengono una contrazione permanente antigravità di numerosi gruppi muscolari che controllano anche le articolazioni.

Le catene muscolari
Per comprenderne il significato, dobbiamo immaginare che a ogni piede sia legata l'estremità di un muscolo, e questi, senza soluzione di continuità, si lega ad un altro muscolo, fino a formare una catena. I piedi sono punto di partenza e arrivo di tutte le catene muscolari. La forza di gravità che ci accompagna si scarica al suolo attraverso ai piedi.Questo schiacciamento e' percepito come una pressione da particolari sensori nervosi chiamati meccanorecettori. Questi corpuscoli informano il sistema nervoso centrale e determinano in quale modo le catene muscolari dovranno tendersi. I meccano recettori sono distribuiti un po' dovunque nel corpo: sotto la pelle, nelle articolazioni, legamenti, tendini e muscoli, e segnalano, al nostro sistema nervoso centrale, pressioni, vibrazioni, torsioni, frizioni e la relativa posizione di una parte del corpo rispetto all'altra. Solo nei piedi hanno in oiù la funzione di indicare l'orientamento del corpo, rispetto alla forza di gravità.

I meccanorecettori
Sono diversi per forma e specializzazione. Alcuni si presentano come minuscoli acini d'uva, la cui spremitura durante il cammino attiva un segnale elettrochimico verso il cervello. Misurano da pochi millesimi di millimetro a qualche millimetro, e sono assai più numerosi nei piedi e nelle mani che altrove. Sono collegati attraverso i nervi al sistema nervoso centrale, come una lampadina all'impianto elettrico. Vista e udito completano il quadro delle sentinelle che ci informano della nostra posizione nello spazio. Ma come lavorano? Per camminare dobbiamo spostare il peso del nostro corpo prima su un piede poi sull'altro. Lo spostamento viene percepito dai meccanorecettori nel modo descritto. Istante dopo istante, tutto quello che succede tra piede e terreno e tra articolazioni, muscoli, legamenti, viene segnalato al sistema nervoso centrale, che predisporrà le contrazioni muscolari convenienti, per compiere il movimento prefisso e conservarci in equilibrio. La più leggera pressione, la sua intensità, velocità, durata, sono conosciute dal nostro cervello grazie alle segnalazioni dei meccanorecettori. Condizione essenziale per poter esprimere attività muscolare di prima scelta é che i segnali che arrivano al cervello siano forti e chiari, altrimenti i movimenti non saranno di buona qualità (armonia cinetica contro disarmonia cinetica).

L'appoggio del piede
Per anni ci si é preoccupati di far appoggiare il piede al suolo in modo corretto. Quanti di noi hanno portato o portano plantari e hanno trovato sollievo per quelle fastidiose tensioni muscolari, che a volte insorgono quando camminiamo a lungo. Osservando il comportamento di atleti di diverse discipline, ci siamo accorti che anche con buoni plantari i piedi continuano a recare disturbo alla postura, con spiacevoli ripercussioni sull'integrità di tutto l'apparato muscoloscheletrico. Infiammazione a ginocchia, bacino, colonna vertebrale.....
Scarpe chiodate per l'atletica, con tacchetti per il calcio, scarponi per lo sci.... Tutto può creare problemi ai muscoli e allo scheletro.
Andando alla ricerca delle cause della continua deprogrammazione della postura, siamo arrivati a scoprire un fenomeno curioso. Nessuno ha piedi perfettamente uguali, ma tutti noi fin dalla nascita, ci infiliamo in calzature perfettamente simmetriche. E poiché non ci fanno alcun male, continuiamo per anni. In questo modo passo dopo passo, giorno dopo giorno, anno dopo anno, avvertiamo pressioni diverse in aree identiche dei nostri piedi.

L'inganno
Il sistema nervoso e' involontariamente ingannato da queste informazioni. Per anni interpreterà la differenza di pressione esercitata dalle scarpe come un reale spostamento di peso, anche se non ci stiamo spostando, e allerterà le catene muscolari per un'azione di movimento che non c'é. Si direbbe paradossale, ma il sistema nervoso risponde automaticamente agli stimoli che riceve e non li commenta. Se qualcuno suona il campanello a casa vostra, voi andate ad aprire, se suona nuovamente ritornate ad aprire, ma dopo aver visto che alla porta c'é un bambino che si prende gioco di voi, non aprite più. Il nostro sistema nervoso non può permettersi un simile comportamento. Continuerà a rispondere per anni senza mai lamentarsi. Una scarpa può comprimere maggiormente rispetto all'altra in lunghezza, larghezza, all'alluce, sul dorso. Queste differenze sensoriali, tenute per anni, sono sufficienti a perpetuare tensioni muscolari inutili e "bugiarde" e, con la complicità dei movimenti che compiamo, atteggeranno la nostra postura in modo asimmetrico. Una gamba più corta, un fianco più basso, una spalla più alta, il capo inclinato.

Anche nello sport
Calzature particolari, come scarpe chiodate per l'atletica, con tacchetti per il calcio, o scarponi da sci, se non vengono correttamente adattate, possono creare gravi problemi muscolo-scheletrici, oltre a rendere il movimento impreciso. In questo caso nessun plantare ci può aiutare. Quello che rimane da fare é modellare la scarpa che comprime maggiormente, nel punto in cui avvertiamo questa pressione. Abbiamo provato per la prima volta ad adattare le scarpe ai piedi e non i piedi alle scarpe, e questo tramite un esame stabilometrico realizzato con una speciale apparecchiatura, nel caso di un atleta con il piede destro più lungo di circa 8 millimetri. Con le scarpe, la maggiore pressione nel piede destro inganna il sistema sensoriale e il peso del corpo viene trascinato dallo stesso lato per ben 5,6 kg (38,2 a sx, 43,8 a dx) e procura un'asimmetria nella distribuzione dei carichi che si ripercuoterà sulla postura. A piedi scalzi, non potendosi manifestare pressione diversa, il peso delle stesso atleta risulta correttamente distribuito dai due appoggi (40,6 kg sx - 40,1 dx)

La mancanza di dolore
Perché non ci accorgiamo di nulla? Semplicemente perché questa situazione può sfuggire ai sensori del dolore per anni, senza alcun problema. Se fa ben attenzione, ognuno di noi dovrebbe avvertire qualche differenza, ma non necessariamente dolore. Negli atleti questa disparità può influire sull'armonia del gesto (un atteggiamento decentrato sugli sci per esempio) o perturbare l'espressione più fine (a tennis qualche metro dietro la linea di fondo per rispondere). Oggi, tecniche di indagine ed apparecchiature specifiche ci consentono di sapere con molto anticipo dove, quando e perché qualcosa farà male e di porvi rimedio in tempo.

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